12.03SP_WEATHER_C
SP_WEATHER_DRIZZLE

‘ Monumenta- Arte in Cantiere’ arriva a Sant’Agata di Puglia, al Castello Imperiale l'opera ‘ Senza titolo ( Ellisse verticale)’ di Mauro Staccioli

‘ Monumenta- Arte in Cantiere’ arriva  a Sant’Agata di Puglia,  al Castello Imperiale l'opera ‘ Senza titolo ( Ellisse verticale)’ di Mauro Staccioli

‘ Monumenta- Arte in Cantiere’ arriva a Sant’Agata di Puglia, al Castello Imperiale l'opera ‘ Senza titolo ( Ellisse verticale)’ di Mauro Staccioli

E' arrivata a Sant’Agata di Puglia ‘ Monumenta- Arte in Cantiere’, la mostra diffusa ideata dall’arch. Maria Piccarreta, Segretario regionale del MiC Puglia, con il sostegno di Confindustria Bari-Bat e il contributo della Camera di Commercio di Bari, la sponsorizzazione tecnica di ANCE Bari-Bat, ANCE Foggia e ANCE Lecce, e la preziosa collaborazione delle Soprintendenze e dei Comuni di Bari, Sant’Agata di Puglia, Galatone e Canosa di Puglia. Le monumentali sculture di sei grandi scultori del ‘900 italiano vanno a dialogare e a valorizzare alcuni cantieri di restauro effettuati dal Segretariato regionale del MiC la Puglia in tutta la regione. Ad inaugurare l'installazione dell'opera di Staccioli erano presenti l’arch. Maria Piccarreta, Segretario regionale del Ministero della Cultura per la Puglia, il sindaco di Sant’Agata di Puglia, Pietro Bove, la figlia del grande artista Mauro Staccioli, Giulia Staccioli, la curatrice della mostra, Roberta Semeraro, il direttore artistico, Roberto Begnini, il direttore esecutivo, arch. Loriana Dal Prà del Segretariato MiC Puglia, e l’arch. Paolo Lops di ANCE Foggia. L’opera di Staccioli, uno dei più importanti maestri dell’arte italiana del ‘900, la si potrà ammirare fino al 3 febbraio nel Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia dove il Segretariato regionale del MiC Puglia sta effettuando un importante intervento di restauro. E’ questo il senso della mostra diffusa ‘Monumenta- Arte in cantiere’, ideata dal Segretariato regionale del MiC Puglia diretto dall’arch. Maria Piccarreta: fare interloquire le opere di importanti artisti del ‘900 italiano con alcuni dei cantieri di restauro che il Segretariato sta effettuando in tutta la Puglia. Il progetto, che si avvale della collaborazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di BAT e Foggia, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, Archivio di Stato di Bari e la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti Volpi” di Bari , è realizzato grazie al sostegno di Confindustria Bari-Bat e con il contributo della Camera di Commercio di Bari e la sponsorizzazione tecnica di ANCE Bari- Bat, ANCE Foggia e ANCE Lecce.

Image
Image

Alcuni cenni sul cantiere, sull’artista e sull’opera

 

Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia

Costruito nel luogo in cui sorgeva un tempio romano, in seguito divenne avamposto longobardo. Fu qui che Papa Gregorio Magno decise di traslare le reliquie di Sant’Agata, alla quale è tutt’ora dedicata una cappella all’interno dell’edificio. La fortezza, per la sua posizione privilegiata da dove è possibile ammirare tutta la valle del Calaggio, i confini dell’Irpinia, della Lucania e della Daunia, era una delle residenze preferite di Federico II di Svevia. L’imperatore lo inserì tra i castra exempta, ovvero tra le rocche di particolare importanza strategica, direttamente amministrate dalla curia regia, e ne iniziò opere di ristrutturazione.Il Castello successe alla famiglia degli Orsini e poi dei Loffredo, i quali nel corso dei secoli lo rimaneggiarono in modo da trasformarlo in palazzo gentilizio.

Cantiere di restauro

L’intervento prevede l’analisi di vulnerabilità sismica allo scopo di definirne la resistenza in caso di sisma e di mettere in luce eventuali criticità, a cui il progetto dovrà porre rimedio per mezzo di un intervento di consolidamento.

Opera di Mauro Staccioli

Senza titolo (Ellisse verticale), 2013

Acciaio corten

280 x 190 x 16 cm

Volterra (PI), Archivio Mauro Staccioli

Image
Image

La scultura di Staccioli funge da finestra di acciaio sul panorama mozzafiato che caratterizza il sito. La prima volta che Staccioli utilizza una forma ellittica nella sua scultura è in occasione della mostra ‘Mauro Staccioli. Volterra 1972-2009. Luoghi d’esperienza’ tenutasi a Volterra nel 2009, in cui installa diciotto sculture nel territorio, dieci delle quali sono poi rimaste a formare un museo a cielo aperto. Tra queste compariva appunto la grande scultura-segno in acciaio corten a forma di ellisse dal titolo Primi Passi, permanentemente poi installata nella località Piancorboli. La scultura incornicia il paesaggio in un punto evocativo che comprende quella parte della collina dove si trovava il casolare dei nonni dell’artista, nel quale aveva mosso i primi passi. Nel 2013, per la scultura La Serra di Carmignano in provincia di Prato, studia un’ellisse impostata verticalmente sul lato lungo, che durante la progettazione pensa di inclinare lateralmente a sottolinearne l’assoluta instabilità e precarietà. Dalla suggestione di questa nuova disposizione della forma ellittica, nello stesso anno realizza la scultura Senza titolo (Ellisse verticale), esposta ora temporaneamente a Sant’Agata di Puglia.

Biografia di Mauro Staccioli (Volterra 1938 – Milano 2018)

Si diploma all’Istituto d’Arte di Volterra nel 1954 e si trasferisce in Sardegna dove intraprende l’attività di insegnamento nella provincia di Cagliari. Successivamente, a Milano, assumerà l’incarico di direttore del Liceo Artistico di Brera. Gli inizi della sua attività artistica sono saldamente intrecciati all’esperienza didattica e a quella di intellettuale e politico militante.

Dopo un primo periodo in cui sperimenta la pittura e l’incisione, dalla fine degli anni ‘60 si dedica alla scultura, concentrandosi sul rapporto tra arte e società, sviluppando l’idea di una scultura che si pone in stretta relazione con il luogo inteso nella sua concezione sia fisica che sociale. Fin dall’inizio l’artista sceglie un linguaggio caratterizzato da una geometria essenziale e dall’uso di materiali semplici come il cemento e il ferro. Nel 1972 Staccioli matura l’idea di organizzare una serie di “sculture intervento” nella città di Volterra. La mostra ‘Sculture in città’ segna così una svolta aprendo gli spazi urbani all’arte, che fino ad allora era stata relegata solo nelle gallerie e musei. Dopo una serie di mostre in gallerie e spazi milanesi, arriva l’invito alla Biennale di Venezia del 1976. Alla Biennale del 1978 realizza il celebre ‘Muro’, un’enorme parete di cemento che ostruisce il viale d’accesso al Padiglione Italia, provocando una reazione di spaesamento nei visitatori. Negli anni Ottanta riscuote una crescente attenzione all’estero.

Il suo linguaggio perde la durezza che rifletteva il clima politico degli anni di piombo, per sfidare apertamente lo spazio, sovvertendo gli equilibri statici e generando effetti di straniamento, come nella scultura posta in equilibrio sulla scalinata della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Negli anni Novanta continua a sperimentare archi, anelli ed ellissi che mettono in risalto il paesaggio. Nel 2011 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma acquisisce e installa una nuova opera di Staccioli.

Image
Image

offcanvas