La pianificazione e la tutela del paesaggio- Processi, criticità e fattori abilitanti

La pianificazione e la tutela del paesaggio- Processi, criticità e fattori abilitanti

La pianificazione e la tutela del paesaggio- Processi, criticità e fattori abilitanti

Il 12 giugno , nella sede della Fondazione Scuola Beni Attività Culturali della  Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, si è tenuta una giornata di riflessioni e dibattito sul tema della pianificazione paesaggistica. I convenuti, divisi in tre tavoli tecnici, hanno condiviso le diverse esperienze nei territori italiani. Il Segretariato regionale del MiC Puglia era presente al terzo tavolo relativo all’attuazione del piano insieme ai rappresentanti sia degli Istituti territoriali del Ministero che delle relative Amministrazioni regionali di Puglia, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Toscana, ovvero i soli cinque territori regionali che ad oggi si sono già dotati di un Piano Paesaggistico. Cinque realtà completamente diverse con cinque strumenti molto diversi fra loro.

Un interessantissimo confronto sulla gestione dell’attuazione dei piani paesaggistici e sul coordinamento tra gli Istituti del Ministero e gli Uffici regionali delle relative Regioni.Rispetto alle notevoli diversità fra le cinque realtà, alcuni aspetti significativi si ritrovano in ciascuna esperienza. Il Piano Paesaggistico è uno strumento eccezionale che non ha tradito, in nessuno dei cinque casi, le aspettative quale strumento innovativo introdotto dal ‘Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio’ nel 2004 che ha rafforzato, nell’ambito della tutela, il ruolo della pianificazione paesaggistica.

Image

Molto probabilmente, proprio per questa sua notevole forza di condivisione non solo dello sviluppo di un territorio ma di una vera e profonda coscienza del bene comune, non si è riusciti a considerarlo vero e proprio riferimento sia per le politiche regionali dei 10 anni dalla sua approvazione che per quelle di più ampia portata legate al Pnrr. La Puglia è una delle cinque regioni italiane ad essersi dotata del piano paesaggistico e, nello specifico, anche con funzioni territoriali. Il paesaggio in Puglia, negli ultimi anni anche a causa di una serie di enormi criticità sia causate dall’uomo che da eventi naturali, sconta da un lato l’organizzazione ancora settoriale delle competenze soprattutto in determinate situazioni.

L’attuazione dei contenuti del Piano, infatti, è scivolata verso una forte settorializzazione nell’affrontare le gravi problematiche che lo hanno caratterizzato soprattutto gli ultimi anni. Infatti, nel corso degli anni di attuazione del piano, si è progressivamente concentrata la narrazione intorno al Piano Paesaggistico esclusivamente sui suoi contenuti regolativi, trascurando completamente di parlare dei contenuti strategici inserendo nel piano gli eventi manifestatisi dopo l’approvazione. Si pensi, ad esempio, all’essiccamento degli ulivi o alle fonti di energia rinnovabile. Si è scelto questo atteggiamento così da far passare l’idea che l’attuazione sia questione delegabile alle routine burocratiche, anziché amplificare, condividere e sviluppare riflessioni sull’impegno politico, economico e progettuale che tale attuazione richiede.

Image

Si è fatta strada la determinazione che fosse meglio privilegiare il racconto di un atto di natura regolamentaria, perché si percepisse una diminuzione dell’efficacia del Piano a vantaggio delle negoziazioni che costituiscono l’abituale quotidiano scambio politico. Quanto sopra descritto si amplifica nella procedura della conformazione dei PUG al Piano Paesaggistico Territoriale. Notiamo, infatti, che raramente si supera il burocratico recepimento dei contenuti del Piano Paesaggistico fino a progettare e proporre innovazioni nella stessa pianificazione. In pochissimi casi Amministrazioni comunali lungimiranti e dotate di una visione strategica politico-culturale hanno pianificato, nell’ambito della conformità del proprio Piano Urbanistico Generale (PUG) una più ampia nozione di ‘cura’ del territorio nelle sue molteplici dimensioni.

In conclusione si è comunemente rilevato che l’attuazione del Piano, soprattutto nella fase della progettazione dei PUG conformemente al Piano Paesaggistico, sconta l’enorme riluttanza a stabilire regole strategiche di sviluppo prediligendo il persistere di strumenti urbanistici obsoleti e sovradimensionati relativi a politiche di popolamento e sviluppo risalenti anche a cinquanta anni fa ed assolutamente non realistici.

In generale, la riluttanza nel riconoscere il Piano Paesaggistico Territoriale quale punto di riferimento nelle scelte di futuro del territorio, si sta già ripercuotendo nel benessere e nella coesione sociale a causa della mancata sensibilità e attenzione per quei valori culturali e paesaggistici che sono l’essenza del sentire comune.

Articoli correlati

Image

offcanvas