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Le produzioni di successo investano con noi sulle bellezze della Puglia

Le produzioni di successo investano con noi sulle bellezze della Puglia

Le produzioni di successo investano con noi sulle bellezze della Puglia.

L'appello del Segretariato ai produttori delle fortunate serie televisive

Le nostre città sono ricche di tesori nascosti, spesso sconosciuti soprattutto ai propri cittadini. I palazzi antichi di Bari vecchia sono fieri testimoni di tante storie, eppure distrattamente li percepiamo quali quinte della nostra quotidianità e molto raramente ci fermiamo a guardarli per scoprire le bellezze che racchiudono tra le loro mura possenti e dietro i grandi portoni.  Va da sé che il nostro patrimonio culturale vive soltanto grazie alla consapevolezza della sua esistenza da parte dei cittadini ed è, con la sua stessa scoperta, che assurge a bene di valore culturale nell’immaginario collettivo.

Molto spesso accade che la ‘ rivelazione’ sia indotta da chi vive temporaneamente la città risvegliando la consapevolezza di chi vive da sempre le sue strade. La condivisione del patrimonio è la base per garantire il suo futuro e viene declinata molto spesso come partecipazione della cittadinanza, imponendo, quindi, la ricerca di strumenti sempre più semplici per condividere, il più trasversalmente possibile, il suo valore culturale.

Troppo spesso assistiamo alla rincorsa di una semplificazione che, prescindendo dalla profonda conoscenza, suo fondamento essenziale, attua quasi sempre soltanto una mera banalizzazione del messaggio che il valore culturale riserba per ciascuno di noi; di conseguenza, proviamo un sempre minore appagamento dal godimento del patrimonio che sia in una mostra, in uno scorcio di una strada, in un museo o nel tessuto antico delle nostre città.

Oggi sono tanti gli strumenti a supporto della conoscenza e nella grande varietà di essi è possibile perseguire la semplicità del messaggio senza ricorrere alla banalizzazione. Questi strumenti non ledono affatto la scientificità delle risultanze dello studio e, anzi, declinano il rigore di queste ultime attraverso messaggi diretti, immediati che stimolano la curiosità per esse, ovvero per la storia che il patrimonio racconta. La contaminazione tra gli strumenti di narrazione non può che valorizzare i messaggi dei quali queste vestigia sono testimonianza.

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La seriosità degli argomenti o il gergo degli addetti ai lavori può essere tradotto attraverso una serie di strumenti di comunicazione in un linguaggio più semplice, ma con un messaggio altrettanto alto ed aulico. In tal modo la cultura produce sviluppo, consapevolezza ed economia senza alcuna forma di antitesi o di opposizione con quest’ultima. I problemi molto spesso sono nella regolamentazione a volte lacunosa rispetto alla veloce evoluzione che caratterizza i nostri tempi. Valorizzare, infatti, vuol dire far sì che il valore proprio delle testimonianze intercetti quante più persone possibili, quindi, non indurre valore economico ma dedurre il valore culturale insito in esso e, conseguentemente, attraverso la sua attrattività, creare sviluppo del territorio e micro economia.

In Puglia, da tempo, grande ruolo tra gli strumenti di narrazione hanno la produzione letteraria, cinematografica e televisiva: è in questi settori artistici e creativi che il patrimonio culturale si caratterizza nell’avere il ruolo di vero e proprio co-protagonista delle tante storie scritte e narrate. Il patrimonio viene interpretato, raccontato e vissuto dai protagonisti delle storie e, quindi, dal lettore o spettatore. Magistrale dimostrazione di questa particolarità pugliese è l’ultimo libro di Piero Meli  dal titolo ‘ In Puglia’ ( ed. Giulio Perrone). L’autore ci scrive “Cari lettori, in sintesi, voglio condividere la bellezza del tacco d’Italia, raccontarla attraverso le parole che altri hanno usato prima di me, delineare un percorso che possa essere una guida letteraria per visitarla e viverla. Un viaggio dal Salento al Gargano, spaziando tra ricordi e suggestioni letterarie, dai testi di Mario Desiati e Omar Di monopoli, alle poesie di Alda Merini e di Giuseppe Ungaretti. Rintracciarlo nelle parole di Pier Paolo Pasolini e Anna Maria Ortese. E di tanti altri”.

Nel libro di Meli, ovviamente, alcune pagine sono dedicate a Gabriella Genisi e ai suoi fortunatissimi libri nei quali è protagonista Lolita Lobosco, la vice questore di Bari. Nella omonima produzione televisiva, che tanto successo di pubblico ha riscontrando nelle tre stagioni di messa in onda, il protagonismo del patrimonio giunge al suo apice. Lolita Lobosco, infatti, vive in ogni puntata i tanti tesori del territorio suscitando molta curiosità da parte dei telespettatori, soprattutto per quelli più nascosti. Prova ne è il grande interesse per la riscoperta, tra i luoghi di una recente puntata, della chiesetta di San Martino nel cuore della città, nel bel palazzo Bianchi Dottula, di fronte ad uno dei forni storici più rinomati.

Ben vengano le produzioni televisive affianco a quelle letterarie, così da far conoscere ad un ampio pubblico il patrimonio della città, emozionando i cittadini con quello stupore che solo la bella scoperta di qualcosa di così vicino, ma mai visto, può far provare.

L’auspicio è che a questa riscoperta segua un’assunzione di responsabilità per questo patrimonio fragile, apparentemente sconosciuto, ma che così potentemente è diventato protagonista di tanti fotogrammi delle puntate. Un atto di consapevolezza tale da reclamarne la piena godibilità.

È arrivato il momento, a mio parere, che dopo tre anni di programmazione in prima serata e con il più alto share mai registrato da Rai1, la trasposizione televisiva dei libri di Gabriella Genisi si evolva, insieme con la   stessa produzione televisiva, in una vera e propria operazione culturale di sviluppo. Come? A chiusura della terza serie, lavorando in modo da costruire i necessari presupposti per avere ricadute sul patrimonio culturale, partendo proprio da un mirato progetto i cui partner siano i proprietari, i nostri uffici del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Puglia e della Soprintendenza di Bari, e la ‘ Zocotoco’, la casa di produzione della fortunatissima serie ‘ Le indagini di Lolita Lobosco’.

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