PAESAGGIO E CURA DELL’AMBIENTE: UN BINOMIO POSSIBILE
La crisi climatica impone un ritmo molto serrato per la determinazione delle necessarie soluzioni che risolvano la conseguente grave emergenza. Al centro dell’emergenza ambientale vi è la produzione di energia: di conseguenza è stato creato uno stretto binomio tra transizione ecologica e decarbonizzazione dei processi assurto ad unica e improrogabile soluzione affinché l’evoluzione si compia in organica armonia con il profitto, con la crescita e con il modus vivendi dell’uomo contemporaneo.
Oggi, la soluzione all’emergenza ambientale sembra fondata, di conseguenza, sulla contrapposizione tra ambiente e paesaggio che si vuole sia assolutamente irrisolvibile.
La piena autonomia che nel tempo ha connotato il rapporto tra paesaggio e ambiente vede ora un’aprioristica prevaricazione di quest’ultimo soprattutto per la disseminazione a macchia d’olio senza criteri programmatici degli impianti di produzione da fonte solare. Se, però, la qualità di vita dell’uomo è strettamente connessa con la cura dell’ambiente, è ancora più vero che il suo benessere, sia come individuo che come comunità, è indissolubilmente connesso con la cura del paesaggio, come d’altronde molto chiaramente esplicitato nel quadro normativo di riferimento.
Pertanto, oggi è assolutamente necessario interconnettere le problematiche ambientali col paesaggio al fine di sanare il conflitto creato e declinare le necessarie soluzioni alla crisi ai criteri culturali oltre che economici e di sviluppo. Si tratta anche della prima diretta conseguenza di aver inserito l’ambiente tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, con la riforma dell’art 9, poiché i diritti non sono mai alternativi, ma devono sempre armonizzarsi laddove apparentemente si configurino eventuali contrasti.
Se, infatti, è vero che l’emergenza ambientale causa gravi danni al paesaggio e al nostro patrimonio, perché la cura non causi danni peggiori è fondamentale ora un cambio di prospettiva che si basi sul fatto che il paesaggio è elaborazione culturale che l’uomo fa dell’ambiente che lo circonda in quanto frutto della sua azione in termini di appartenenza ad un contesto. Diventa pertanto fondamentale questa sintesi che può essere realizzata soltanto attraverso la dimensione culturale affinché sia riportato al centro l’uomo, a prescindere da ogni connotazione temporale, così da interconnettere l’ambiente col paesaggio e le soluzioni per l’emergenza dell’uno con i valori dell’altro, fondamentali per l’uomo.
In Puglia questa visione strategica più ampia è concretizzabile grazie al vigente il Piano Paesaggistico Territoriale nel quale si è operata già una sintesi tra le diverse anime che incidono sul nostro spazio nelle diverse connotazioni di paesaggio, ambiente e territorio.
Inserire tra le strategie di sviluppo del Piano Paesaggistico la risoluzione dell’emergenza ambientale permetterà di perseguire l’obiettivo di una transizione ecologica inclusiva attraverso il rinnovato equilibrio tra i valori dell’interesse pubblico paesaggio e quelli dell’interesse pubblico ambiente.
Così facendo, avremo da un lato il supporto della transizione culturale e dall’altro di tutte quelle altre soluzioni esistenti, anche tecnologiche e perfettamente armonizzabili col nostro patrimonio, che da subito garantirebbero, se adeguatamente sostenute, una capillare diffusione di sistemi ecocompatibili perfettamente armonici.